Escaleras

2007

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Felice Clemente | sax soprano & sax tenore
Javier Pérez Forte | chitarra classica

Il mondo del jazz incontra il tango argentino e il folklore sudamericano.
Le zone variopinte del Nord dell’Argentina e il verde del Brasile nostalgico… I ritmi neri della milonga argentina che salutano i ‘fratelli del nord’ di quello stesso continente americano… La Buenos Aires di Astor Piazzolla… La verve comunicativa del Sud, estroversa e generosa…i ritmi incalzanti e l’intimità del canto puro.
Nel settembre 2007 questo duo ha pubblicato il CD Escaleras con l’etichetta Crocevia di Suoni Records. Evoca cieli aperti, grandi distanze e la traccia di generazioni di uomini in viaggio con la loro musica. In repertorio, i ritmi dell’America del Sud, il fascino della cantabilità latina (tango compreso) e un contributo personale significativo. Alcune contaminazioni tra il folklore sudamericano e il migliore spirito jazz, si affiancano a composizioni presentate nella semplicità della loro versione pura. Originalità e forte vena comunicativa si manifestano negli arrangiamenti e nelle possibilità lasciate all’improvvisazione.

Testo di presentazione a cura di Luigi Pestalozza

Un accostamento inusuale – chitarra e sax senza un terzium datur strumentale-, il vostro, che mi ha coinvolto di pezzo in pezzo per l’intelligenza della ben scelta compresenza dei due strumenti, a volte in parallelo, altre con primi piani, in un comportamento sonoro che non li confonde ma diventa la piacevolezza di questo folktangojazz del Sudamerica. L’accostamento strumentale mi ha fatto pensare al Paganini che per 15 volte ha fatto suonare assieme chitarra e archi, in quartetto. Anche qui cessa l’estraneità dell’inusuale e viene avanti l’aperto dialogo di tutti i suoni, compartecipi del piacere che il cd mi ha dato, che dà.
Non sono un esperto di musica argentina, ma la conosco abbastanza per capire il lavoro di gusto che avete fatto in e con questo cd, parafrasandola, come mi sento di dire del vostro farla incontrare con il jazz, anch’esso debitamente, miratamente, sudamericanamente stilizzato ovvero parafrasato. Il tango, del resto, fu inventato cento anni fa nelle periferie di Buenos Aires da un popolo povero che cantava l’altro mondo possibile che andava cercando, mentre il jazz, sempre cento anni fa, è venuto avanti negli Stati Uniti dall’emarginazione di vita e di cultura dei neri, facendosi strada, proprio con il sax e in modo egemonico, tra i bianchi.
Ad attraversare questo cd, e penso soprattutto a te, Javier, è davvero la parafrasi delle fonti musicali, popolari, nelle quali sei cresciuto e ti sei formato in Argentina, ma appunto parafrasandole fino all’incontro davvero non casuale e chiaramente alla pari con il jazz, con Felice Clemente, ovvero con una musica più vicina alla nostra abitudine d’ascolto. Ma non si tratta di un adattamento: semmai proprio il contrario. Concepire il jazz, nel caso dell’attento, ragionato, sax di Felice, e concepire la tua chitarra classica, dentro la sempre elegante dimensione sudamericana del vostro stile esecutivo, diventa una comune, ben coniugata occasione strumentale, scelta, costruita da entrambi per trattare il folk, il tango, il jazz dei brani eseguiti, in modo per niente esotico e, invece, coniugandoli con precisa cura stilistica, in modo che l’ascolto piacevole, chiaramente ricercato e realizzato, passi attraverso l’intelligenza musicale che non fa ascoltare qualcosa di artificialmente manipolato e facile o banale, bensì l’opposto. Questo vostro suonare musicale mi rimanda a un altro ottocentesco precursore del rapporto con le diverse, lontane, culture musicali, non esoticamente, eurocentricamente, condotto, ma anzi diretto a scoprirne e comunicarne la vera identità culturale, musicale. A Liszt. Alle sue pianistiche Parafrasi. Salvo, ma nel senso di un’ulteriore conferma, i vostri 4 momenti ben introdotti nelle 10 tappe del cd ovvero i 2 in cui per esempio tu, Felice Clemente, porti in primo piano il tuo jazz, il tuo sax, ma subito facendo entrare in campo Javier Pérez Forte, come compositore: la sua musica argentina, il tango, la sua chitarra. In termini formali si tratta però sempre di dialogo, indipendentemente da chi di voi due apra il brano e firmi la composizione. È una proposta davvero condivisa: una musica che vuole intrattenere, e che intrattiene, musicalmente, secondo la capacità di coinvolgimento a largo raggio che, dall’Europa alle Americhe, e viceversa, i due vostri strumenti sono andati costruendosi nel corso della storia, per poi incontrarsi qui e ora ma attraverso l’invenzione del vostro modo di suonare assieme. Un modo che non adagia l’ascolto nell’abitudine alla piacevolezza musicale, ma che invece la usa, la reinventa, la parafrasa, per stimolare anche il pensiero, per portare a pensare che la stessa musica di intrattenimento può uscire, come qui esce, dai luoghi comuni. E che dunque nel mondo c’è sempre dell’altro – di musicale, ma infine non soltanto – da godere, da vivere, da ascoltare.
Luigi Pestalozza


Competenze

Postato il

10/03/2020

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