Recensioni 2012

MUSICZOOM.IT del 20 MARZO 2012 – A CURA DI VITTORIO LO CONTE

Fra le migliori produzioni del jazz italiano più recente, in cui l’originalità e la creatività si coniugano insieme, c’è sicuramente da mettere questo disco interpretato in duo, ricco di sguardi ai generi più diversi, quali il folk o la musica classica, ma con una sua appassionante identità, fuori da qualunque scuola o dettame. Felice Clemente si mette in gioco con i suoi sassofoni, soprano e tenore, ed il clarinetto, dall’altro lato c’è il chitarrista classico Javier Perez Forte. Un duo che non conosce confini e che si diverte pure ad improvvisare, ad immaginare situazioni in cui finalmente si trascendono i generi ed il tutto appare credibile e reale. Il suono del sax soprano di Felice è perfettamente controllato e reso in modo cristallino dalla registrazione. Lo stesso vale per la chitarra classica, una volta tanto coinvolta in situazioni in cui si lascia andare all’improvvisazione, coinvolgendo subito l’ascoltatore in qualcosa di nuovo che ci riporta indietro di molti anni, quando Ralph Towner divideva gli appassionati di jazz aprendo a nuovi orizzonti sonori con i suoi gruppi. C’è un famoso brano, Mas que nada, conosciuto dai più per le versioni datane da cantanti pop, e poi composizioni dei due musicisti ed altre tratte dal patrimonio della musica latina, interpretata a modo proprio. Ogni brano ha qualcosa da raccontare grazie al suono originale di questo duo, in Lila c’è anche un metronomo che incalza i due. Alla fine si resta colpiti da tanta bellezza, da tanta sagacia nel saper gestire un progetto crossover che ha le qualità per restare nel tempo.
Label: Crocevia di Suoni Records

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CLASS NUMERO di APRILE 2012 – A CURA DI ANTONIO ORLANDO

Aire Libre – Prego, allacciamoci nel tango acustico
Album bello, elegante e soprattutto non melenso come capita spesso, purtroppo, quando i musicisti iniziano a costeggiare il mare del tango partendo da un retroterra jazz, e finiscono poi incagliati nella tentazione di aggiungere sentimento a un’esperienza che è già di per sé sentimentale. Clemente (sax) e Pérez Forte (chitarra) si muovono su acquarelli sonori delicati, in un equilibrio ammirevole, visto che la chitarra acustica, strumento affascinante ma difficilissimo quando si muove in un ambito jazz, non è mai invadente. Di solito ammosciano già prima di iniziare: qui invece il chitarrista si mette spesso nella funzione di spalla nobile, quasi da sfondo ritmico (tipo nel brano Merenguito). Bello il lungo brano Chuku con il solo di Clemente e indovinata la versione di Mas que Nada ridotta all’essenziale. Quindi cd bello, da ascoltare in questi giorni di transizione verso la bella stagione.
Rivista Class – Aprile 2012

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A PROPOSITO DI JAZZ ON LINE NEWS – APRILE 2012 – A CURA DI GERLANDO GATTO

AIRE LIBRE
Un duo e un album semplicemente delizioso: protagonisti Felice Clemente ai sax soprano e tenore e al clarinetto e Javier Pérez Forte alla chitarra classica. Album delizioso, dicevo, e questa valutazione la si può formulare quasi immediatamente, dopo aver ascoltato il brano d’apertura, “De la raìz a la copa” del compositore argentino Juan Falù. I due si integrano alla perfezione e si percepisce quale sarà la cifra stilistica dell’intero album. Una musica senza confini, senza etichette, eseguita da due virtuosi dei rispettivi strumenti che si muovono su coordinate ben condivise. Di qui una pluralità di universi musicali cui fare riferimento: il jazz, la musica sudamericana, quella africana, la musica colta e contemporanea senza che tutto ciò dia luogo ad una sorta di indistinguibile pastiche. Tutt’altro: gli input restano ben distinti cosicché ciascun pezzo vive di luce propria caratterizzato dalla diversità di colori, da differenze timbriche, dalla minore o maggiore forza ritmica mentre la linea melodica resta sempre ben individuata sia che venga proposta dai fiati sia che venga evidenziata dalla chitarra. Così, ad esempio, con il secondo brano – “Pera y chocolate” di Felice Clemente – siamo già in territorio sudamericano con vaghe reminiscenze tanghere. Il terzo brano, “Merenguito”, potrebbe indurre ad errore facendo pensare ad infocate atmosfere dominicane; invece si tratta di un delicato brano del compositore venezuelano Alfonso Montes, tutto giocato su un sottile equilibrio fra tradizioni venezuelane ed influenze europee e magistralmente interpretato dalla chitarra di Pérez Forte e dal clarinetto di Felice Clemente. Seguono quattro originals equamente divisi tra i due; particolarmente interessante “Lila”, di Pérez Forte: il delicato dialogo tra fiato e chitarra viene quasi disturbato dal ticchettio di un metronomo; all’inizio la sensazione è straniante ma poi, man mano che la musica scorre fluida come al solito, anche l’intruso entra a far parte organica dell’universo sonoro magicamente disegnato dai due. Avvicinandosi alla fine dell’album viene affrontato un brano celebre come “Mas que nada” di Jorge Ben: anche in questo caso l’interpretazione è molto originale, con Clemente che si assume l’onere di esporre il tema per poi improvvisare magnificamente sostenuto da Pérez Forte, che si concede alcuni significativi passaggi in splendida solitudine. Chiusura in stile tanguero con il celebre brano di Horacio Salgàn “A don Agustìn Bardi”.
Gerlando Gatto

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SILENZIOSA(MENTE) PAROLE DI MUSICA – 30/04/2012 – A CURA DI GIULIO CANCELLIERE

[…] Di tutt’altro segno il recentissimo Aire Libre, in cui Clemente si confronta col compositore e chitarrista argentino (ma milanese d’adozione) Javier Pérez Forte, con cui può sfoderare la sua anima latina già decisamente evidenziatasi nel disco d’esordio Way Out Sud del 2003 (vi suona familiare?) e che rispunta spesso nel repertorio del sassofonista di origine calabrese.
Ora, sarà l’aria, sarà l’entusiasmo trascinante di Pérez Forte, l’energia che si libera dalla sua chitarra classica (che all’occasione si trasforma in percussione come in Lila), la tradizione ispanica e l’immenso immaginario che evoca il Sudamerica, ma pare davvero che Clemente sia meno costretto dal contesto e si lasci più andare al sentimento, sia che imbracci i sax tenore e soprano, sia che imbocchi il clarinetto, come in Merenguito del venezuelano Alfonso Montes.
Aire Libre si muove prevalentemente nelle grandi tradizioni musicali dell’America Latina dall’Argentina, non solo tanghera, di Pérez Forte (Perro Verde, Lila), Juan Falù (De La Raiz A La Copa), Horacio Salgan (A Don Agustìn Bardi, unica vera concessione al tango) ed Eduardo Falù (Misa Chico, suonata dal solo chitarrista) al Brasile di Jorge Ben (Mas Que Nada). Clemente si cala perfettamente nel clima con le sue Pera Y Chocolate (strana commistione tra valzer, rumba e swing), Chuku (solo al sax tenore) e Alma Negra, a riprova di una bella sintonia con questo mondo su cui declinare l’eloquio jazz.
Giulio Cancelliere

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NUOVEDISSONANZE.IT – MAGGIO 2012 A CURA DI MAURIZIO BIGNONE

Jazz, musica brasiliana, musica argentina, flamenco, ritmi percussivi e sincopati si intrecciano come ghirigori per dar vita a disegni musicali inaspettati, sorprendenti, inusuali. Davvero interessante questo progetto discografico che a primo ascolto sembra dar vita a visioni distanti tra loro ma che, passi la licenza, appare più come un concept-album provvisto di grande energia vitale e sentimento.
Felice Clemente, da una parte, con i suoi sax alterna temi, improvvisazioni e ritmi cadenzati mentre Javier Pérez Forte, dall’altra, esprime con la chitarra tutta la sua poderosa tecnica che non è per nulla fine a sé stessa.
Clemente descrive questo album come un viaggio attraverso la condivisione delle loro esperienze e sensibilità, io preferisco immaginarmi in una galleria d’arte dove i due artisti espongono dei quadri policromi, cangianti, ognuno descrittivo di un’immagine ben accurata certamente fedele al loro vissuto ma che esprime contemporaneamente la volontà di creare un nuovo artificio, una nuova alchimia che ti conquista nota dopo nota. Curioso l’uso del sequencer nella traccia “Lila”, ricorda un ritmo gitano che detta i tempi dei passaggi musicali e che fioriscono in fraseggi quasi “contemporanei”.
Divertente quanto insolito l’arrangiamento molto personale, ma forse per questo ancor più apprezzabile, di “Mas que nada” una canzone scritta da Jorge Ben nel 1963 e dove Clemente dà sfoggio della sua bellissima arte con lo strumento che forse lo rappresenta di più, il sax soprano. Ingegnosa l’introduzione (ma non solo) di Javier Pérez in Misa Chico, un brano in ¾ tratto dalla suite Argentina di Eduardo Falù, un artista purtroppo poco conosciuto in Italia e che ha composto brani popolari di inestimabile valore. Delizioso il finale tanguero con “A Don Augustin Bardi”. In tutto l’album si sente il grande amore che questi due artisti hanno per la musica trasversale, contaminata, globale perché se è vero che le singole tradizioni vanno fortemente conservate è anche vero che la musica è il linguaggio universale che unisce in armonia tutti i popoli. Indubbiamente un buon lavoro!

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JAZZIT MAGAZINE MAGGIO/GIUGNO 2012 – A CURA DI LUCIANO VANNI

Aire Libre – Un disco di ampi orizzonti sonori, che sorprende per vitalità e allegria. Segnalato dalla rivista JAZZiT con: punto esclamativo rosso “JAZZiT likes it!” Il sodalizio artistico tra il chitarrista classico Javier Pérez Forte, argentino d’origine ma italiano d’adozione, e il sassofonista Felice Clemente, poggia su solide radici. Prima di entrare in studio e registrare “Aire Libre” i due condividono l’esperienza del quartetto Nuevos Aires, attivo dagli anni Novanta.
Nonostante il repertorio proposto – costituito di composizioni originali e di classici sudamericani – imponga una profonda concentrazione per obbligati e passaggi di grande virtuosismo strumentale, “Aire Libre” è un disco che sorprende per vitalità e allegria: l’atmosfera vivace di Alma negra si manifesta come fosse una coreografia per una danza folkloristica. Clemente si fa ascoltare al soprano, al tenore e al clarinetto, sorprendendoci per maturità, equilibrio, qualità timbrica e personalità. Gli orizzonti sonori del disco sono ampi: particolarmente interessanti le due performances in solo, che hanno come protagonista Felice Clemente (Chuku) e Javier Pérez Forte (Misa Chico).
Luciano Vanni

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MUSICA JAZZ MAGAZINE – MAGGIO 2012 – A CURA DI NERI POLLASTRI

Aire Libre – eccellenza di suoni e di tessitura dialogica.
Un lavoro lirico di immediata fruizione, davvero ben suonato e ottimamente riuscito
Un incontro tra culture diverse, aperto verso eclettiche suggestioni: il duo di Clemente con il chitarrista classico argentino trapiantato da venticinque anni in Italia, ha impianto semplice e tradizionale ma vive di impasti originali. I dieci brani sono per metà della penna dei due protagonisti (tre di Clemente e due di Forte) e per l’altra pescano nella musica latinoamericana, reinterpretandola in modo intelligente e originale, in virtù dell’eccellenza dei suoni e della loro tessitura dialogica, di cui sono esempi eminenti le improvvisazioni che occupano le parti centrali di Perro Verde e Lila (quest’ultima curiosamente attraversata dal battito di un metronomo). I rilevanti cambi d’atmosfera sono sospinti dal mutar strumento di Clemente: lirico al soprano, contemporaneo al clarinetto, viscerale al tenore (che esercita in solitudine in Chuku). Sempre deliziosi i fraseggi della chitarra di Forte, che vibra con suoni luminosi. Bella la rilettura del classico Misa Chico, che è però solo una delle perle di un lavoro lirico e d’immediata fruizione, davvero ben suonato e ottimamente riuscito.
Neri Pollastri

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STRUMENTI MUSICALI MAGAZINE – LUGLIO 2012 A CURA DI ROBERTO VALENTINO

Rivista Strumenti Musicali – luglio 2012
AÍRE LÍBRE
Il primo è un jazzista di razza, l’altro un chitarrista classico che, nonostante viva in Italia da parecchi anni, è tutt’altro che dimentico delle proprie origini argentine. È quindi abbastanza ovvio che l’incontro tra Felice Clemente (sax tenore, soprano e clarinetto) e Javier Pérez Forte sia in buona parte avvenuto sullo sfondo di melodie che profumano di Sud America. Ma la musica scaturita dall’inedito incontro possiede ulteriori sfumature che rimandano al jazz e anche alla musica europea. In ogni caso il dialogo risulta proficuo, denso di lirismo, appagante anche per chi ascolta. Entrambi i musicisti si sono pure dati l’opportunità di prodursi in solitudine.
Roberto Valentino

Competenze

Postato il

16/03/2020

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